Gli abitanti delle valli occitane preparano da secoli un liquore corroborante, gradevolmente digestivo, mettendo in infusione una pianta officinale: il genepy ( Artemisia Spicata e Mutellina), pianticella che cresce spontaneamente ad alta quota, fra le rocce granitiche e le morene dei ghiacciai. Dal XIX secolo i laboratori artigiani e le prime distillerie iniziarono a produrre il liquore genepy, utilizzando l'erba spontanea fornita loro dai valligiani raccoglitori. La prima distilleria in Piemonte fu fondata nel 1823 a Fenestrelle dal Regio notaio Stefano Pin, il quale descrisse dettagliatamente, su un ricettario datato 1823, i sistemi e i metodi usati nella produzione. Nei decenni successivi cominciarono a diffondersi gli opifici di trasformazione dell'erba in liquore, utilizzando i metodi tradizionali di infusione, conosciuti ed applicati da tempo immemorabile dagli abitanti delle alte valli piemontesi. Intorno alla metà del 1900,per far fronte ad una richiesta sempre maggiore di genepy da parte degli opifici, vennero avviate le prime coltivazioni di genepy su terreni a quote molto elevate. I coltivatori acquisirono con il tempo una vera specializzazione in una coltura difficile, che richiede tempo ed impegno pluriennale. A partire dagli anni '70 sono iniziati i primi studi sulla coltivazione del genepy.
Sin dalla sua fondazione, l'Associazione ha intrapreso dei progetti di studio tra i quali il progetto regionale "Genepì: sviluppo di tecniche innovative a supporto della coltivazione e della trasformazione del genepì in Piemonte", in collaborazione con enti pubblici e università. Grazie al progetto sono state fornite indicazioni importanti sulla produzione del liquore, sulla specie più idonea alla coltivazione (Artemisia Umbelliformis Lam), nonchè sui differenti ecotipi e selezioni. Nell Progetto INTERREG Italia/Francia intitolato GENEALP sono proseguiti gli studi sulla filiera del genepì, collaborando con alcuni partner francesi.
L'Associazione si è adoperata attivamente per l'inserimento, nell'Allegato III del Regolamento CE 1334/2008, della dicitura "bevande alcoliche prodotte dalla specie Artemisia" dove viene definito il tenore massimo mg/kg di thujone (alfa e beta) pari a 35.
Nell'Allegato III del Regolamento (CE) n. 110/2008 relativo alle Indicazioni Geografiche delle Bevande Spiritose, nella categoria liquori vengono inseriti il "Genepì del Piemonte", il "Genepì della Valle d'Aosta" e il "Génépi des Alpes / Genepì delle Alpi". L'Associazione ha pertanto realizzato una scheda tecnica, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale nel mese di luglio 2012. Per il riconoscimento del "Genepì del Piemonte", l'Associazione ha realizzato, in collaborazione con la Regione Piemonte - Assessorato agricoltura - una scheda tecnica, che è stata presentata al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, approvata e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Italiana del mese di luglio 2012. La Commissione Europea ha completato la procedura comunitaria e il liquore "Genepì del Piemonte" è ora riconosciuto come Indicazione Geografica Protetta. Per il riconoscimento del "Génépi des Alpes /Genepì delle Alpi" l'Associazione ha lavorato a lungo, assieme alla Regione Piemonte - Assessorato Agricoltura, con l'Istituto francese INAO - sede di Chambery e con la Regione Autonoma Valle d'Aosta - Assessorato Agricoltura e ha realizzato una scheda tecnica comune per l'are transfrontaliera Italia - Francia. La scheda, presentata al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, è stata approvata e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Italiana nel mese di novembre 2014. Nel mese di dicembre 2014 è stata inviata alla Commissione Europea a Bruxelles per il completamento della procedura di riconoscimento comunitario.
Per quanto riguarda l'aspetto promozionale e di sensibilizzazione, l'Associazione Genepi ha partecipato a numerose fiere e manifestazioni( Vinitaly, Cibus, Salone del Gusto, fiera del tartufo di Alba ecc..). Negli ultimi anni sono stati avviati alcuni progetti, atti a sensibilizzare attraverso una corretta informazione ai valori del nostro territorio e alla salvaguardia dell'ambiente montano, coinvolgendo associazioni culturali, enti pubblici e privati, giornalisti ma anche e soprattutto studenti delle scuole medie, degli Istituti Alberghieri ed Istituti Agrari.